Sarà scontato, ma quando si inizia qualcosa di nuovo, sussiste sempre il problema di iniziarlo.

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Da che parte comincio?_

Non c’è tecnologia, tecnica, arte o trucco che ci può evitare il problema di iniziare.

Ancor peggio quando questo “qualcosa” di nuovo è un diario: ci siamo inventati l’internet e con questo i blog, ma il dilemma originario resta.

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E adesso?_

Ovviamente a ciò è associato un tormento interiore:

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Ma avrai pur iniziato con uno scopo in testa, o l’hai fatto perché va di moda?_

Bella domanda, mio caro.

Tutto inizia molto tempo fa: ero all’università e amavo scrivere. Scrivevo racconti, avevo anche quasi terminato la prima bozza di un grandioso romanzo fantasy. Sarà stato che la facoltà di ingegneria di entra talmente tanto dentro che alla fine o diventi un ingegnere di quelli dell’immaginario collettivo (praticamente un sociopatico occhialuto, privo di contatti umani al di fuori della cerchia dei propri simili, un disadattato, insomma), oppure trovi il modo di scappartene fuori, in qualche modo.

Il mio modo era scrivere. E funzionava talmente bene che una volta laureato, misi da parte tutti i miei racconti, il mio romanzo praticamente finito, i miei appunti, e dimenticai tutto.

Ma a volte mi viene il sospetto che forse era un qualche cosa in più che una semplice “backdoor” della mia vita di studente. Ogni tanto mi soffermo a pensare “e se ricominciassi a scrivere”?

Il pallino mi è rimasto, il tempo, ahimè, no.

Son passati sette anni, nel frattempo ho cambiato due lavori, mi son messo a lavorare in proprio mi son tanto innamorato di una ragazza che abitava a 110km da casa mia da lasciare “casa di mammà”  e trasferirmi nella sua città, dapprima vivendo da solo, per infine addirittura sposarla!

Il che significa semplicemente dedicare il tempo che prima utilizzavi per coltivare i tuoi hobby, riposarti e pensare ad altro, a mille altre attività che non hanno nulla di rilassante: fare la spesa, darle una mano in casa (in tutto tranne che stirare, ho una mia personalissima teoria riguardo la compatibilità tra il ferro da stiro e il gene Y), aggiustare le antine, e quant’altro, tra cui, grazie anche alla mia attività di libero professionista, pensare a come sbarcare il lunario il mese prossimo.

Nonostante ciò, complice anche un amico (ciao Filippo!), ho pensato che forse poteva essere un modo per rilassarsi, pensare, incontrare gente che non fosse necessariamente inerente il mio lavoro (che, sia ben inteso, mi piace da pazzi e credo riesca anche abbastanza bene), per parlare delle mie passioni (o meglio, dei miei interessi)… adoro parlare dei libri che leggo e dei film che vedo, mi piace scambiare le opinioni… e poi sono un inguaribile brontolone, dedicherò una sezione del blog solo alle mie sterili polemiche e ai miei malumori, pertanto siete tutti avvertiti, andateci solo se siete coscienti del fatto che mi lamenterò di tutto e non accetterò commenti se non smaccatamente adulatori o favorevoli! Nella vita reale non si può e non è giusto tappare la bocca a idee diverse, però questo è il mio spazio, decido io, siete avvertiti!

Proviamoci allora!

Dunque è passato un mucchio di tempo, e si vede, coordinare tempi verbali e frasi subordinate è diventato un po' più difficile, nel mio lavoro raramente scrivo e quando lo faccio è in un probabilmente pessimo inglese. Oddio, forse neanche l’italiano è ‘sto gran chè. Spero non ci siano professori di italiano qui in giro. Non farei altro che confermare l’idea diffusa che gli ingegneri sono illetterati!

Però, in fondo… vedo che nonostante il tempo trascorso non ho perso il vecchio tocco… menare il can per l’aia giusto per arrivare in fondo alla pagina. Ed in questo modo, anche il problema di iniziare il nuovo diario è superato.

Non mi resta che dire a tutti quelli che arrivano in questa pagina, di pulirsi le scarpe prima di entrare. Grazie.