Ho atteso diverso tempo per recensire l’ultimo libro della saga di Harry Potter: mi ha dato terribilmente fastidio, appena uscito, leggere anticipazioni più o meno volute del finale (persino alcuni cretini che pensano di essere più intelligenti di tutti a “rovinare la sorpresa”, pensano che siano tutti minorati mentali come loro che sbattono i piedini perché il giocattolo si è rotto…)

Ad ogni modo, c’è da dire una cosa: difficilmente un libro mi può appassionare al punto da spingermi ad attenderlo per mesi prima dell’uscita dell’ultimo capitolo.

Beh, onore al merito, Harry Potter ci è riuscito.

E, diciamolo, ha mantenuto le aspettative quasi completamente.

Mi aspettavo un libro appassionante, dal finale affatto banale, ricco di suspence e di ritmo, un libro che mi incollasse fino a notte fonda per terminare il capitolo, un libro di cui discutere poi per giorni con mia moglie, anch’essa appassionata, e con gli altri amatori del genere. E' stato così. Promessa mantenuta.

Harry Potter e i doni della morte è di sicuro quello con più ritmo, finalmente sono stati tolti quei terribili interludi tra un capitolo e l’altro, il Quidditch e quant’altro, per far spazio ai misteri, alle navigazioni nei ricordi, agli agganci alle storie precedenti, agli oggetti curiosi e terribili, ai concetti terrificanti della magia oscura… In più finalmente la risoluzione di gran parte di quegli enigmi che l’autrice ha saputo sapientemente distribuire nel corso dei precedenti 6 romanzi.

Resta alla fine ancora qualche mistero da sbrogliare, giustamente, per dare qualcosa di cui discutere. La voglia di riprenderlo in mano da capo c’è tutta.

Come ho detto, il libro appaga quasi totalmente.

Mi aspettavo di sicuro un ruolo diverso per Severus Python. Sebbene il suo ruolo sia di tutto rispetto nell’intreccio della storia, mi sarei atteso una diversa visibilità. Oltretutto fa poco onore appunto al suo ruolo nella vicenda, e il finale non riabilita il personaggio odiato ma sicuramente affascinante in tutta la saga.

Resta, dopo anni di attesa, una certezza. La magia più grande non è stata la sconfitta di lord Voldemort, ma le emozioni vissute leggendo tutti questi romanzi.

Magie che solo i grandi scrittori riescono a realizzare.