Si tratta di un’opera “riscoperta” recentemente in una vecchia cassaforte, un libro rifiutato dall’editore come “eccessivamente pessimista”. Il romanzo è anni luce lontano dal Verne avventuroso e visionario che immaginiamo. Si tratta più di una speculazione, ardita, su come sarebbe dovuto essere il futuro 100 anni dopo la scrittura del romanzo. Ma più che sulla tecnologia e la scienza, Verne si concentra sulla società. Retrospettivamente, la scienza ha fatti molti meno passi avanti di quello che effettivamente sono avvenuti, anche rispetto le ciò che Verne stesso aveva immaginato: Dalla Terra alla Luna si è avverato di lì a pochi anni, 20.000 leghe sotto i mari era una realtà da qualche decennio, e via così. L’elettronica non esiste, figurarsi l’informatica! Ma ammettiamolo, l’accelerazione che la scienza ha subito a partire dal 1900 era inconcepibile per chiunque nel 1870! Dunque, poca scienza, poca tecnologia, in verità moltissima azzeccata con precisione, vedi il canale di Panama; ma soprattutto la società. E la società del XX secolo, vista da Verne, è una società ben peggiore di quella che conosciamo: l’arte è scomparsa, la tecnologia ha vinto su tutto, gli uomini sono diventati insensibili tra loro, la famiglia distrutta. Cosa che puntualmente non si è verificata, nonostante lo stracciarsi di vesti dei più critici. Ma la società di Verne è anche statalista e burocratizzata, tanto che gli stessi artisti che realizzano commedie e tragedie per il teatro (la televisione non c’è) sono dipendenti pubblici. E ahimè questo aspetto si sta concretizzando, almeno in alcuni luoghi (tra cui la Francia stessa). Al di là di questo, il pessimismo di Verne è soprattutto verso l’impossibilità di uscire dal sistema, l’individuo “libero” e “diverso” (l’artista) non ha alcuna possibilità di salvarsi. In un certo senso quest’opera ha anticipato più che la scienza e l’evolversi della storia, il malessere della società del ‘900, poi portato all’estremo da artisti successivi, sia nella letteratura che nell’arte in generale. Quindi, più che un romanzo di fantascienza, quello che ci ha regalato Verne è un romanzo anticipatore della società e dei suoi malesseri. Comunque, molto bello.