Ilario Ilarienssen era uno scienziato molto sui generis.

Forse il più eclettico scienziato del suo tempo, quello scorcio di XXII secolo che ha visto molte tragedie trasformarsi in farsa e molte farse restare tali, come l’incidente al Parlamento Europeo che cancellò per quaranta minuti la sovranità dello stato Svizzero. Di sicuro, Ilario Ilarienssen era geniale, ma molto distratto.

Che Ilario Ilarienssen fosse davvero geniale era dimostrato dal fatto che, a soli 5 anni, avesse inventato uno Zirparitione completo e perfettamente funzionante; ma era anche altrettanto sfortunato, perché, come tutti i 5enni, a quell’età non aveva acquisito ancora le capacità verbali per spiegare a cosa servisse quello Zirparitione, e dunque quella geniale invenzione fu dimenticata in un angolo per mesi fino a che la governante Vietnamita non decise che era ora di liberarsi di quel rottame, e la storia dell’umanità prese la piega che sappiamo.

 

Ilario Ilarienssen, come detto, era geniale. Si annoiava però tantissimo, tanto quanto si distraeva facilmente. La cosa non deve stupire: tutti i geni eclettici sono persone che si annoiano e si distraggono, mentre non è vero il viceversa, come ben sappiamo.

Quel giorno del 2103 a Sant’Angelo del Pesco, dove viveva e lavorava Ilario Ilarienssen, faceva fresco. Ilario Ilarienssen era nel suo studio e osservava alcune equazioni che sembravano cacatine di mosca ad un occhio non esperto. Il risultato finale, 42, davvero poteva significare solo una cosa, che avrebbe spiegato tantissime bizzarrie della storia del mondo. Tuttavia non era affatto scontato che fosse proprio tutto corretto: del resto proprio quel risultato non era nuovo, ma anche se in molti prima di lui avevano tentato di dare una risposta, anzi, una domanda, anzi, un significato al risultato, a quel 42, nessuno vi era riuscito.

Lui invece era ripartito da zero, dalle equazioni del campo unificato secondo la teoria delle 6 forze fondamentali (cui sfuggiva ancora la gravità, ma questa è un’altra storia, se pur in qualche modo, come vedremo, legata a questa). Era ripartito da zero, mettendo in discussione alcuni assunti di base; e ora dopo qualche settimana di lavoro insonne, era giunto proprio a quel risultato.

Il che poteva significare solo una cosa: che era ora di colazione e che sarebbe stato molto meglio buttarci un occhio a stomaco pieno.

 

Occorre ora fare una piccola digressione perché, mentre a Sant’Angelo del Pesco Ilario Ilarienssen si struggeva sul croissant alle mele che di nuovo la governante vietnamita gli avevo messo nel piatto al posto di quello alla confettura di prugna, altrove (e quando scriviamo altrove intendiamo davvero altrove) i protagonisti di questa vicenda erano molto, molto più preoccupati.

Nell’universo esistono trenta tipi di neutrini noti. Trenta è anche il numero di neutrini totali.

La fisica non l’ha ancora scoperto, né l’aveva scoperto all’epoca dei fatti, anche se l’interpretazione del tessuto dell’universo secondo questa teoria era già stata scritta nel 2066 da un tal fra' Albert Zazzabubovsky, frate trappista Kazaco, dichiarato successivamente pazzo e morto nel 2069 in Grecia.

Secondo gli scritti un po' confusi di Zazzabubovsky, i neutrini non viaggiano nello spazio, ma permeano il tessuto spaziotemporale come un grandissimo piatto di spaghetti. Poiché appunto essi scorrazzano nello spazio tempo, avanti e indietro secondo la loro insondabile e insindacabile volontà, appaiono agli esseri concreti come una pioggia incessante, ma in realtà non solo i neutrini totali sono un numero limitato e numerabile, ma essi sono precisamente 30, ciascuno con le proprie caratteristiche fisiche e psicologiche.

Qui gli scritti di Zazzabubovsky perdono un pochino di lucidità, in effetti il numero complessivo dei neutrini secondo l’autore sarebbe stato 28, perdendosi però i due neutrini più birichini, denominati Bibì e Bibò.

 

Come detto, ciascuno dei trenta neutrini ha una precisa e unica serie di caratteristiche, tuttavia tutti condividono una marcata tendenza ad essere dei mattacchioni. Come detto essi scorrazzano avanti e indietro nel tessuto dell’universo provocando le alterazioni più disparate ed imprevedibili al tessuto stesso. Come si scoprirà poi nell’anno 205.239, non a caso l’ultimo del calendario universale, molte delle cose più inspiegabili della storia umana sono espressamente riconducibili ai neutrini.

L’esplosione di Tunguska, l’area 51, la pizza con l’ananas, l’insuccesso del Betamax, tutti questi fatti inspiegabili sono riconducibili all’attività dei neutrini. Essi sono capaci di alzarsi al mattino e decidere che il re Bermigulfo il Grande debba chiamarsi d’ora in poi Pipino il Breve, con grande ilarità da parte di tutti gli studenti da allora in poi, fino alla fine del tempo.

Non si sa bene perché essi si comportino così. Gli esseri pandimensionali dibattono da sempre sul perché questa istanza dell’universo umano sia uscita in questo modo, ma pare che chi abbia osato sollevare la questione davanti ai membri del Consiglio Pandimensionale, sia stato cacciato in malo modo. HZRRDVD, storico assai famoso in 4 dei 5 multiversi, raccontò nelle sue “cronache del Consiglio” che TTRTSRRDT, il più anziano dei consiglieri, si allontanò borbottando qualcosa su una seduta che era andata avanti troppo e con troppe bevande alcoliche.

 

Ilario Ilarienssen era ossessionato fin da giovane dai fatti inspiegabili ed eccezionali. Nonostante i suoi studi sul Caos, sui fenomeni emergenti, sulla statistica e sulla musica barocca, non era mai riuscito a ottenere una spiegazione soddisfacente. Tunguska, la pizza con l’ananas, il successo di Albano1 e l’insuccesso del Betamax non gli facevano chiudere occhio, pareva proprio che non vi fosse alcuna spiegazione statistica razionale dietro tali emergenze.

Fu per questo motivo che nel 2095 iniziò gli studi di fisica fondamentale, specializzazione in particelle elementari.

 

Quel mattino, terminata la colazione, Ilario Ilarienssen tornò sulle sue cacatine di mosca per rivedere i passaggi fondamentali. Pareva non esserci altra interpratazione plausibile per il comportamento di certe particelle elementari: scorrazzavano avanti e indietro per l’universo avvolgendone il tessuto come un enorme piatto di spaghetti; e l’interazione apparentemente casuale di essi con la materia era in realtà facilmente spiegabile con una innata tendenza alla mattacchioneria, a un umorismo a volte tagliente a volte davvero nero. Tuttavia era chiaro e palese che il raggiungimento di tale consapevolezza avrebbe aperto un abisso nel ruolo dell’uomo e dello stesso universo all’interno di qualcosa di più grande, per cui al pensiero stesso i polsi di Ilario Ilarienssen tremavano di paura mista ad eccitazione.

 

Con mani incerte Ilario Ilarienssen, senza pensarci troppo, senza poi neanche ricordare di aver fatto una cosa simile, cambiò il segno di una delle variabili all’inizio dell’equazione. Guardò poi al risultato, che per forza di cosa risultava palesemente errato, non era 42 ma 17. Pertanto i neutrini, che già considerava di chiamare “Simpatici” in onore della loro mattacchioneria, diventavano particelle in grado di viaggiare soltanto in una direzione del tempo, bosoniche o tachioniche, sostanzialmente incapaci di interagire con la materia.

 

Con uno scatto di rabbia e frustrazione Ilario Ilarienssen appallottolò il suo prezioso scritto e lo buttò nell’inceneritore. La sua sanità mentale forse era salva, ma la sua carriera di fisico conclusa. La noia vinse sull’entusiasmo e decise di tornare ad occuparsi d’altro, forse di musica dodecafonica, o magari di muffe e licheni.

 

I neutrini tirarono un sospiro di sollievo.

 

 


  1. Pare che il successo di Albano non sia colpa dei neutrini, studi successivi hanno appurato che si trattava proprio di un limite della razza umana e in particolar modo della cosiddetta variante italica. ↩︎